giovedì 1 febbraio 2018

Don Chisciotte e Sancio Panza - Giovanni Grimaldi

non solo le due coppie Stanlio e Ollio e Bud Spencer e Terence Hill, anche Franco e Ciccio hanno accompagnato la mia adolescenza.
qui Franco e Ciccio sono perfetti, Don Quijote e Sancho sono proprio loro, divertente Franco, triste Ciccio.
è la prima volta che vedo il film e devo dire che merita proprio, non sarà un capolavoro, ma farebbe la sua bella figura in sala anche oggi.
buona visione - Ismaele

QUI il film completo in italiano


Nuova versione del classico di Cervantes affidata questa volta all'estro comico dell'indimenticata coppia siciliana Franchi/Ingrassia. Il primo è un eccellente Sancho Panza, il secondo un Don Chisciotte che sembra veramente nato per il ruolo. Entrambi qui danno il massimo delle loro possibilità e se solo Grimaldi fosse stato all'altezza della situazione, sarebbe potuto essere un capolavoro.
Ma Grimaldi è spento e il film è "semplicemente" un buon film e niente piu'.
Da vedere comunque per la scena del banchetto.

Cosa cambierei

La regia di Grimaldi sopratutto.

Su Enzo Garinei

Bravissimo come al solito.

Su Fulvia Franco

Brava.

Su Ciccio Ingrassia

Il ruolo di Don Chisciotte sembra scritto apposta per lui,e Ingrassia lo rende con bravura magistrale.La scena del banchetto invisibile a cui partecipa con il fido scudiero Sancho Panza è da applausi a scena aperta. INDIMENTICABILE.

Su Franco Franchi

Eccellente Sancho Panza che,nella già citata scena del banchetto,è semplicemente meraviglioso.Ma in generale è il miglior attore ad avere reso con bravura questo ruolo sullo schermo. INDIMENTICABILE.

Su Giovanni Grimaldi

Il punto debole del film.Sgangherata,inguardabile.Grimaldi non era il regista giusto per un operazione del genere,e si vede chiaramente.Un oppurtunita,in parte,sprecata.

…Franchi e Ingrassia sono a loro agio nei panni dei due antieroi del romanzo di Cervantes, soprattutto il secondo è perfetto nel ruolo della sua vita, come sostiene il figlio Giampiero: “Fisicamente mio padre era Don Chisciotte, un personaggio che amava molto. Se non avesse interpretato quel ruolo avrebbe girato un film sul capolavoro di Cervantes con la Ingra Cinematografica”. L’equilibro della coppia è diverso dal solito, perché una tantum è Ciccio il protagonista – a tratti quasi drammatico – mentre Franco si ritaglia incursioni comiche di sostegno. Don Chisciotte e Sancio Panza è un film che non invecchia perché la comicità verbale a base di doppi sensi e la trama letteraria lo rendono moderno anche a distanza di anni, libero da vincoli con l’attualità. Citiamo alcune parti interessanti. La distruzione della biblioteca di Don Chisciotte a cura di Don Pietro (Umberto D’Orsi) per esorcizzare la follia provocata dai libri, con il testo di Cervantes finito al rogo. Franco a cavallo di un asino grida: “Cavaliere, dove andate? Mulini sono!”, subito dopo Ciccio afferma di voler diventare cavaliere senza macchia e senza paura, ma lo scudiero ribatte: “A me basta senza macchia perché di paura ne ho tanta”, infine davanti a un pranzo immaginario: “Voi nobili avete appetito, noi del volgo abbiamo fame!”. Ciccio è quasi un attore drammatico, vaneggia in preda alla follia mentre Franco l’asseconda, ma quando il padrone scambia puttane per nobildonne esclama: “Prendete mazze per ramazze!”. Un oste si spaccia per un risibile duca Leone di Panzanella e sta al gioco di investire cavaliere Don Chisciotte, ma durante la veglia notturna Sancio Panza mangia a quattro palmenti. Ciccio: “Ho sete di fama, la fama è il mio cibo”. Franco: “Io ho fame di cibo e ho sete di vino”. I dialoghi di Ciccio sono aulici, spesso prelevati dal romanzo, altisonanti e intrisi di onore cavalleresco, mentre Franco è la voce del popolano scaltro che ama il padrone e vorrebbe farlo rinsavire. Don Chisciotte viene investito cavaliere dalla trista figura, mentre Franco parla del suo asino: “È un somaro presuntuoso. Crede d’essere un cavallo!” e conclude: “Io sono tutto ignorante”.

Fisicamente adattissimi alla parte Ciccio e Franco – il titolo stavolta spetta al lungo, anche se lo scudiero la fa da padrone – girano uno dei loro film migliori. Certo, la vicenda cervantina è condensata e liofilizzata, ma l’insieme, che ci si creda o meno, funziona.

Un gran bel film. Nonostante i mezzi economici limitati, riesce a restituire in profondità la visione della vita dei due protagonisti. Della meticolosa caratterizzazione che Cervantes ha fatto di costoro, non  manca davvero nulla. E questo è un eccellente merito, anche perché sul cinema è pressoché impossibile raffigurare per intero la complessità dell’opera cervantina (e nessuno finora ci è mai riuscito, infatti).
La regia ha scelto alcune tra le tantissime scene, rinunciando a tante altre; ma la selezione è felice, così come l’interpretazione eccezionale di Franco e Ciccio. I quali qui si dimostrano al meglio per quello che sono. Ciccio Ingrassia è un grande attore drammatico, profondo, e del tutto all’altezza per impersonare al massimo Don Chisciotte. Franco Franchi è un ottimo caratterista e attore comico, ideale per assumere le sembianze del semplice popolano Sancio Panza, che però rivela tratti autenticamente e profondamente umani, che non possono essere ridotti all’ingenuità di una figura senza spessore, così come infatti appare nel romanzo, dove Sancio è sì un sempliciotto in tanti casi, ma anche un uomo a tutto tondo, che cerca di vivere al meglio tutte le situazioni che gli si parano dinnanzi.
Tanti aspetti del romanzo sono anche deformati per ragioni narrative, ma non sono mai traditi, anzi. L’idealismo e la correlata pazzia di don Chisciotte, il suo disadattamento e la sua profondissima carica morale, che lo rendono un monito critico allo squallore etico del presente e di ogni presente che sino a quel momento (e sinora) è stato: tutto questo è presente nella pellicola, e ne giustifica un giudizio largamente positivo. Sarà pazzo il cavaliere, ma si impegna per un mondo migliore di quello che è, e ci rimette di persona, quando invece tutti gli altri, che si credono savi, sono umanamente molto peggio di lui.

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