giovedì 16 febbraio 2017

2009 Memorie perdute - Lee Si-myung

un film schizofrenico, la prima parte è un bel film, c'è una storia, un intreccio, sparatorie, corse, interessante, poi nella seconda parte diventa un casino, sparatorie, corse e basta.
fermarsi a metà film non sarebbe male, ma purtroppo è andata.
un bel giudizio sommato a uno cattivo è quello di un film che si può vedere, non di più.
peccato - Ismaele




Peccato che 2009 Lost Memories ceda ben presto il passo al fracasso degli effetti speciali, al revanscismo razziale più scontato, alla logica dell'eccesso - dove la volontà di stupire si trasforma in stordimento dei sensi. Man mano che la storia procede, buchi di sceneggiatura e incoerenze di ogni sorta si alternano con costanza allarmante; d'accordo che il cinema coreano è in forte ascesa, d'accordo che i consensi internazionali iniziano a fioccare, d'accordo anche che di conseguenza gli investimenti aumentano, permettendo produzioni più accurate e prestigiose. Ma il circolo virtuoso non è scontato continui in eterno, se l'industria cinematografica coreana inizierà a livellarsi al peggior popcorn cinema americano, sfornando pellicole di tale mastodontica fragilità. E se nessuno discute l'impegno profuso, l'elevata resa tecnica, la bravura degli attori e persino l'atmosfera di attesa e curiosità creata con le prime sequenze, pure tutto è irrimediabilmente vanificato dal poco coraggio e dalla latitante fantasia dimostrati.

In un futuro alternativo, il Giappone, vincitore della 2a guerra mondiale come alleato USA, si è annesso stabilmente la Corea. Un gruppo di patrioti coreani lotta per rimettere il corso della storia sul binario "giusto". Spunto affascinante, svolgimento palloso sottolineato da musiche tronfie, con punte di considerevole cretineria, pervaso da uno spirito di esaltazione nazionalista che appare insensato se si pensa agli avvenimenti dell'ultimo secolo. Una boiata pazzesca di estenuante durata, il peggio dell'action manierato all'orientale.

Troppe sparatorie lunghe e inutili per tutto il film. Troppi dialoghi, lunghi e inutili. Peccato, poteva anche essere bello. Girato un po' così, idea di base ottima, ma si perde proprio nelle scene d'azione e soprattutto nei dialoghi noiosissimi. Nemmeno gli attori li vedo calati nella parte. Il film è noioso, c'è poco da fare.
Un velo pietoso sul doppiaggio vabè.

il regista non vuol fare solo un prodotto commerciale e non si risparmia tocchi d'autore con compiaciute lentezze,anche se si ha l'impressione che mette troppa carne sul fuoco,ma ha il pregio di coinvolgerti,anche con l'esasperazione della vicenda.
Poi certo si avvertono alcune lungaggini e di inquadrature che il regista si è innamorato e le ha lasciate,ma il soggetto,che ha come riferimenti che si ispira sono Philip K. Dick e il "Terminator" di James Cameron e con questo si appropria di uno dei concetti più affascinanti della fantascienza, quello della realtà alternativa,e lo fa senza essere mai scontato e con una riflessione sociale senza cadere in moralismi,il che era facile perché se era Americano sicuramente succedeva…
da qui

Imagine a past where Japan, with the aid of the United States, won World War II, proudly leading an empire in Far East Asia. Imagine a past without Hiroshima or Nagasaki. Imagine a near future where the Japanese Empire rules an undivided Korea as a protectorate. In their own country, ethnic Koreans live as single-class citizens, actively discriminated against by the Japanese living in Korea. Some Koreans have fully assimilated and adopted Japanese names and customs. Others have become fierce, uncompromising nationalists, willing to sacrifice their lives for an abstract ideal, a free, unified Korea…

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