mercoledì 3 agosto 2016

Il pozzo e il pendolo - Roger Corman

ispirato alla storia di Edgar Allan Poe (qui), il film è un meccanismo a orologeria perfetto.
le maledizioni e le eredità della famiglia, l'inganno e il terrore, tutto in un film.
per sicurezza dell'attore il pendolo era di legno, con un lama di gomma (qui).
la sceneggiatura è stata scritta da Richard Matheson, che di intrecci se ne intende.
cercatelo, fa bene un po' di sana paura - Ismaele





... Tre i grandi momenti della pellicola: la Steele che insegue Vincent Price, la tortura del pendolo (notare il montaggio nervso), e l'ultima raggelante sequenza del film. Poche altre pellicole di Corman sono riuscite, inanellando scena tetra dietro scena tetra, a generare un'incipiente atmosfera di pazzia ed orrore per giungere ad una chiusa di tale classe. Potrei anche non scriverlo ma Vincent Price, come al solito, è semplicemente perfetto nel ruolo. Splendido l'inizio del film prima dei titoli con la vernice colorata che fa inquietanti arcobaleni. Che il pendolo oscilli sul vostro petto se osate perdervi questo gioiello del cinema gotico.

da qui

...Il tema edipico compare solo sullo sfondo e Corman, con una geniale intuizione, lascia trapelare che lo struggimento di Nicholas sia più legato all’antica punizione inferta un tempo alla madre che all’identica sorte toccata alla sua amata Elizabeth. Medina, non potendo immaginare di essere vittima della macchinazione di Elizabeth, si convince sempre più che le visoni di cui soffre sono il frutto della propria mente malata. Girato dopo il successo inaspettato de I vivi e i morti, il film si avvale della sceneggiatura di Richard Matheson e della splendida fotografia di Floyd Crosby (già operatore di Murnau) che con i suoi filtri cromati immerge ancor più il film in un’atmosfera sospesa tra sogno e realtà. Da cineteca l’urlo agghiacciante di Elizabeth con cui si chiude il film. La nebbia sintetica che avvolge il castello come una spessa coltre, serviva a Corman per amplificare l’effetto claustrofobico della vicenda, ma era anche un trucco per mascherare la povertà di mezzi economici che aveva a disposizione...

(da qui)

...Come quasi tutti i titoli presi da Poe, anche Il pozzo e il pendolo rappresenta di fatto una discesa – o meglio, caduta – negli abissi dell’inconscio; al di là del già citato gioco cromatico della prima sequenza, lo dimostra anche la scena immediatamente successiva, con l’arrivo di Francis al castello. Costretto dal cocchiere che l’ha guidato fin lì a proseguire a piedi, Francis cammina lungo la battigia, con il maniero che si staglia minaccioso sullo sfondo; lo stacco di montaggio sulle onde che si infrangono sugli scogli rimarcano ulteriormente la dimensione da deliquio onirico in cui si svolgerà la storia, che per l’intera durata non uscirà mai dalle mura del castello.

Claustrofobico scavo dei desideri repressi e dell’intima indole violenta dell’uomo, Il pozzo e il pendolo non eccede in sadismi gratuiti, preferendo una struttura psicanalitica, magari semplicistica ma ancora oggi carica di un fascino oscuro impossibile (per fortuna) da emendare. Ai colori della realtà si contrappone il bianco e nero sfumato in blu dei flashback, che acuisce una sensazione di malessere diffuso, sghemba e malsana memoria di eventi nefasti. Asciutto e al contempo delirante, Il pozzo e il pendolo è un piccolo capolavoro, saggio sull’inconscio e sul modo in cui influisce sui pensieri più oscuri dell’essere umano. A quasi sessant’anni di distanza, una visione ancora irrinunciabile.
(da qui)

3 commenti:

  1. dico tutto il bene possibile di Matheson, e so che Corman è una persona molto intelligente e ha aiutato tanti attori e registi a iniziare la carriera, però devo fare un po' da guastafeste: i film di Corman sono davvero film di serie B e vederli portati ad esempio mi lascia molto perplesso.
    Questi sono i film che arrivavano nei cinemini di paese, non è che fossero snobbati "dagli intellettuali" come sento sempre dire, erano snobbati anche dai miei compagni di classe delle elementari e delle medie... Poi, si sa, ci si affeziona anche a Ciccio e Franco (Vincent Price è il sosia di Ciccio Ingrassia, un po' meno magro) e gli si vuol bene, si hanno dei bei ricordi, ma il grande cinema è un'altra cosa. Corman lo sa bene, difatti in una recente intervista che ho letto su Repubblica dovendo citare un film dice Fellini, Amracord, La dolce vita, Otto e mezzo.
    Il mio personale ricordo di quattordicenne è questo: come lettore di Poe, la trasposizione in film mi era sembrata un po' troppo piatta, didascalica. I grandi visionari, come Poe, come Philip K. Dick, come Jules Verne (eccetera) basano tutto sulla scrittura, e sulla complicità con il lettore; cose che in Corman non trovo. Poi, però, ci si diverte ed è questo che conta.

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    1. allora posso dire che è un film della parte alta della classifica dei serie B, e che è un capolavoro di serie B.

      Poe è un'altra cosa, un'ispirazione, e però "ci si diverte ed è questo che conta"

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  2. errata corrige: Amarcord, ovviamente... tipico errore da tastiera, che stress. Buona visione, come sempre
    :-)
    PS: il Poe più spaventoso è di Fellini, Toby Dammit. Bisogna avere un po' di pazienza, ma il finale con la corsa notturna e tutto il resto è davvero Edgar Allan Poe

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