venerdì 26 agosto 2016

Colors – Dennis Hopper

due poliziottiRobert Duvall e Sean Penn, contro le gangs di Los Angeles.
sembra il solito film, il vecchio e il giovane, il maestro e l'allievo, la differenza rispetto alla media è nei due attori e nel regista.
vedere per credere - Ismaele





Colors, ritratto pop della guerra a Los Angeles tra due gang giovanili ispaniche. Sorvegliano la situazione due poliziotti, l’anziano e saggio Robert Duvall e l’aggressivo, testosteronico Sean Penn, allora con fama di violento anche fuori dal set. Quasi un omaggio e un remake aggiornato al tempo delle gang di Gioventù bruciata, il film che da ragazzino Dennis Hopper interpretò accanto al suo idolo James Dean.

E’ paradossale: questo film è bello nonostante tutto in esso sia brutto: brutta Los Angeles, brutti i suoi quartieri e i suoi ghetti, brutti i personaggi, siano essi bianchi, ispanici, neri o poliziotti, brutta la vicenda e la sua conclusione, brutto il linguaggio, brutte macchine e brutti abbigliamenti. Ed è tutto così vero! Dennis Hopper dirige con mano ferma un action-movie documentaristico, violento e amaro. Al centro, due agenti del Los Angeles Police Department. Il più giovane (Sean Penn) è impulsivo e aggressivo, ha una gran voglia di suonarle ai membri delle bande che infestano la città e sono sempre in guerra tra loro. Il più anziano (Robert Duvall), padre di famiglia e prossimo alla pensione, svolge ormai controvoglia il suo pericoloso mestiere, è disincantato dalla sua “missione” e cerca di frenare il suo impetuoso collega. Tenta invano di moderarlo, propinandogli qualche inutile pillola  di saggezza. Li seguiremo nel corso di svariate operazioni, con inseguimenti, sparatorie e spargimenti di sangue. La trama ha un’importanza relativa, ma il vissuto di svariati personaggi sia illustrato con acume. Il linguaggio è crudo, volgare, maschilista e violento; suscita la sensazione che in quell’ambiente non vi sia alcuna possibilità di riscatto, che la società sia del tutto incapace di comunicare con alcune sue parti. Dalla visione del film si esce piuttosto amareggiati, fermi restando le splendide interpretazioni dei due protagonisti e il tocco registico di classe di Dennis Hopper. Veramente adeguata la colonna sonora, affidata ad un ispirato Herbie Hancock.

Un poliziesco antispettacolare e realistico nella descrizione delle gang giovanili afroamericane, con scene d'azione ben girate e dialoghi crudi (e una buona dose di violenza nell'aria). La coppia Duvall-Penn funziona, entrambi molto bravi nei rispettivi personaggi, ma anche tutto il resto del cast è scelto con cura. Un po' prolisso e con qualche lungaggine ma apprezzabile. Buona la colonna sonora.

…Duvall and Penn are two of the best actors in America, bringing a flavor and authority to their roles that make them specific. A lot of their acting in this movie is purely physical, as when Penn disarms, frisks and handcuffs a suspect, seeming sure and confident at every moment. Other moments, when the two actors are talking to each other, contain that electricity that makes you think these words are being said for the first time.
The plot involves the attempts of the two cops to come to terms with a gang that is involved, we discover, in dealing drugs. During the course of the film they follow the brief life of the younger brother of one of the gang members, who seems for a time to have a chance to escape gang society. And there is a brief, doomed romance between Penn and Maria Conchita Alonso, as a Chicana who loves him but cannot reconcile his status as a cop and her perception of how cops like Penn treat her people.
The movie has some flaws. The story is needlessly complicated, and at times we’re not sure who is who on the gang side. And some of the action seems repetitious; Hopper, trying to show the routine, makes it feel routine. But “Colors” is a special movie - not just a police thriller, but a movie that has researched gangs and given some thought to what it wants to say about them.

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