mercoledì 30 marzo 2016

Fausto 5.0 – Isidro Ortiz, Alex Ollé, Carlos Padrissa

una storia strana, un medico che opera pazienti con il cancro, diversi ne restano sul lettino, e poi tocca fare molte autopsie, per capire e insegnare.
capita che a un congresso il dottor Fausto venga intercettato da Santos, un paziente (entrambi attori bravissimi), stranamente (ma si saprà alla fine) vivo, servizievole fino all'eccesso, conosce molto di lui, il dottore non sa come e perché.
si scavano le profondità e i desideri della mente umana, Santos sa quello che fa, e come farlo, al di là del bene e del male.
ambientato in un futuro già qui, potrebbe disturbare, non è un capolavoro, ma se ti cattura merita certamente.
buona visione - Ismaele




Il dottor Faust è un medico specializzato in medicine terminali, il suo volto provato è indice tangibile della suo perenne stato di insoddisfazione che lo porta alla depressione. La sua vita cambia quando incontra un suo vecchio paziente (Santos) a cui otto anni prima aveva diagnosticato pochi mesi di vita. Santos che ha le vesti di un simpatico truffatore napoletano, si rivelerà presto il diavolo e accompagnerà il dottore nelle viscere di una Barcelona irriconoscibile e segnata dal male. In questo viaggio attraverso i desideri più oscuri Faust scoprirà i suoi demoni e dovrà lottare contro tutti.   Quello che affascina, del patto con il diavolo, sono le infinite possibilità che si aprono quando si va oltre i limiti intellettuali e fisici dell'uomo. E il “Fausto 5.0” esplicita proprio questo confronto tra un costante stato d’insoddisfazione e il desiderio di esplorare anche i segreti più nascosti del mondo. Il Faust visto con gli occhi dei Fura dels Baus altro non è che la visione di un mondo simile a quello dei giorni d’oggi, ma anche altamente indefinito dove le insofferenze e le paure umane vengono raccontate attraverso suoni violenti e provocazioni tecnologiche.  

il film di Ortiz, sicuramente ci disturba dalla prima scena (una vecchia madre che si piscia addosso) fino all'ultima, ma per questo non vuol dire, e il film infatti non lo dice, che sia facile dividere manicheamente il bene dal male. 
L'incubo in cui è scaraventato il protagonista è riscritto dal gruppo catalano come un vero e proprio, e aggiungo bellissimo, esercizio drammatico. E' un bel film, malato e allucinato al punto giusto. Da servire ad ogni ora...

…Ci si poteva aspettare di più dalla Fura Dels Baus, più sperimentalismo (che non manca, ma così a piccole dosi che alla fine è più apparente che reale), maggiori trasgressioni, più eccessi (che qua e là ci sono, ma sono solo piccole concessione ad uno splatter tutto sommato leggero). Alla fine rimaniamo solo con personaggi un po’ enigmatici, ma non tanto da risultare affascinanti: non sappiamo bene perché Fausto, prima restio, si sia lasciato coinvolgere in un girone infernale, non possiamo immaginare come ricomincerà la sua vita di medico ben inquadrato nella società, e non è chiara la fine di Santos Vella: non sono difetti, ma tra i pochi pregi più evidenti di questo film, che non è una brutta opera, ma un film troppo in equilibrio tra due espressioni – lo sperimentalismo e la tradizione del thriller seppur con venature simboliche – che finisce, magari non col deludere, ma nemmeno col convincere né i patiti della Fura né gli spettatori che ignorano ciò che a teatro rappresenta la Fura.
Certo il film non annoia, le interpretazioni degli attori sono buone, ma la regia a tre mani non fa nulla di straordinario, relegando le cose più interessanti nella scena della festa (dove c’è un momento in cui, grazie alla presenza di catene, vediamo l’anima della Fura) e continuando poi lungo solchi meno eccezionali. Un film che si lascia guardare, un progetto a tratti interessante, non del tutto appassionante e non del tutto deludente: un po’ come se si volesse accontentare tutti, senza riuscirci veramente.

Criptico film horror/dramma con elementi da shockumentary (autopsie, gente sotto i treni, ecc.), peraltro molto disturbanti e forse un po' gratuiti.
Isidro Ortiz sa indiscutibilmente ben dirigere, inserendo anche scene cattive come non mai (tipo quando il medico, nel corso di un convegno, si vede proiettato davanti a tutti un suo filmino erotico personale).
Non tutto torna, ma per tutta la durata del film una sensazione di mistero/inquietudine regna ben sovrana, cosa non da poco.
Veramente riuscito, molto scorrevole e ben interpretato, lo consiglio vivamente soprattutto agli appassionati di film di genere.
Qualche citazione (magari pure involontaria) a Lyne, Lynch, Parker e a qualche horror orientale.

The art direction borrows a great deal from the French comic strip artist/director Enki Bilal and his dark and dusty vision of the near future which gives the film a strong visual unity along with some very Lynchean anachronistic contraptions and a tendency to make unexpected journeys into Fausto's subconscious. The film doesn't seek to entertain in the common sense of the word and is unusually bleak - it mostly explores human depravity from all angles and the pleasure one can derive from it but also the price one may have to pay living in such a care-free manner.
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A provocative, modernized Spanish retelling of the Faustian story that goes where Hollywood would never dare to go. An uptight doctor who treats and researches terminal patients is barely alive himself until an ex-patient of his with the uncanny ability to grant wishes and be everywhere forces himself into his life. The doctor's evil, nihilistic side starts coming out and his wishes more perverse and immoral. The movie brilliantly leaves the supernatural aspects ambiguous so that you don't know if something magical and evil is truly going on, and uses an ugly but gripping urban set design to explore the psyche of a man who has buried himself in hospital plastic and professionalism, hiding from the ugly world outside and his ugliness inside. A challenging and bold movie that will leave Hollywood fans in the dust, and a great accompaniment to Angel Heart.

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