mercoledì 29 gennaio 2014

The Wolf of Wall Street - Martin Scorsese

avvertimenti:
1) allacciarsi le cinture di sicurezza: questo film è come una maratona di tre ore corsa come se fosse una gara di velocità;
2) non è un film sulla dipendenza dalle droghe, forse è sulla dipendenza dal denaro, in realtà un film su avvoltoi che sfruttano la ricchezza già prodotta dagli altri e sulla loro caduta, l'avidità non perdona;
3) magari sembra più una favola di Esopo, ecco il lupo del titolo:  "Al principio, quando Leo ha preso visione del progetto, ha chiarito che voleva rappresentare i miei errori. Il mio comportamento di allora rappresenta molto di ciò che poi è diventata Wall Street" (da qui).
Leonardo di Caprio è eccezionale, ma non trascurate Jonah Hill e gli altri, Martin Scorsese è un perfetto direttore d'orchestra.
dopo gli avvertimenti l'invito:
andate al cinema e godetene tutti - Ismaele






…E infine cosa vuoi dire a lui, a Martin Scorsese? Un regista che all'età di 71 anni riesce ad essere cool e moderno come molti giovani autori non riescono ancora ad essere, uno che mette la sua firma e il suo stile sempre in gioco, giocando con la macchina da presa, facendogli compiere mirabolanti viaggi con carrellate che lasciano a bocca aperta, con rallenti unici? Uno che sembra nato con la cinepresa in mano, e che la conosce bene, così come conosce bene i tempi e gli spazi in cui muoverla. Che gli vuoi dire per la colonna sonora scelta, una bomba che spazia dal rock più moderno ai grandi classici e pure per Gloria di Umberto Tozzi, sempre sul pezzo e sempre in linea con la scena prevista? Che gli vuoi dire se riesce a tenerti incollato alla poltrona per 180 minuti senza mai farteli pesare, portandoti nel vorticoso mondo di Wall Strett con Jordan a farti da Cicerone, immergendoti nella sua folle vita vissuta a 1000 km/h che rallenta -come lo stesso film- solo verso la fine, dove né alcool né droghe sono più presenti? Che gli vuoi dire a Martin quando dopo questi 180 minuti passati con il sorriso e la soddisfazione sulle labbra -vuoi per la bravura di Di Caprio, vuoi per quella degli altri copratogonisti, vuoi per la sceneggiatura o vuoi proprio per la regia-, cosa gli vuoi dire quando ti lascia con un finale da brividi, in cui tu -pubblico- ti rimiri allo specchio di un altro pubblico, che come te pende dalle labbra di Jordan Belfort?...

…Credete però ai movimenti di macchina strepitosi di Scorsese, al montaggio furioso di Thelma Shoonmaker, a Leonardo Di Caprio e a The wolf of Wall Street: che non è un film sulla finanza, sul crimine, sul sesso selvaggio o sugli eccessi, ma sull'anima nera dell'Uomo.
Di qualsiasi Uomo.
Da Belfort a Denham.
Fino all'ultimo di noi.
Homo homini lupus.
E se si ha abbastanza coraggio di guardare l'abisso negli occhi, tutti possono essere lupi.
Da Belfort a Denham, per l'appunto.
Senza dimenticare Di Caprio e Scorsese.
Ma The wolf of Wall Street non è neppure un film sui lupi. Non soltanto.
E a dire il vero, non è neppure un film.
E' un fottuto, grandioso, Capolavoro.
Il coma etilico e la scopata della vita.
E' come se la settima arte tutta si mettesse in ginocchio e ve lo succhiasse per tre ore filate senza neanche prendere fiato.
Ditemi voi cosa si può chiedere di più esaltante al Cinema.
da qui

A parte il finale, che fa caso e film a sè, la narrazione tutta è un apice parossistico, è un delirio cocainizzato, e anche l’inserto della famosa scena di Jordan strisciante e rantolante in preda a overdose da quaalude ha un che, pur nel suo rallentamento di ritmo, di allucinato e sovreccitato. Si resta intrappolati nella giostra messa in moto da Martin Scorsese, si seguono Jordan e i suoi come eroi di un videogame in cui, raggiunto un bersaglio, centrato un obiettivo, si va ancora pià e in là e più su, sempre più su. Ci si diverte molto, si ride molto, certo verso le due ore e passa un po’ di stanchezza si insinua in chi guarda, ma il gioco regge fino alla fine. A questo punto, dopo aver dato a Leonardo Di Caprio quel che gli spetta (performance pazzesca, ma non son riuscito a togliermi l’impressione che resti all’esterno del suo personaggio, forse perché il personaggio è quel che appare e fa vedere e non ha profondità), non resta che dire se The Wolf of Wall Street sia un grande film, e quanto grande, magari un capolavoro. Io gli do 8, abbacinato dalla maestria di Scorsese, sul capolavoro ho qualche riserva. Temo che prima o poi, come succede alla fine di ogni viaggio di coscienza alterata, arrivi il down, e magari il rigetto. Aspettiamo un attimo.

…Scorsese costruisce un film volutamente esagerato, eccessivo, grottesco, sempre e comunque sopra le righe. E Leonardo Di Caprio gli dà come al solito una grossa mano, interpretando alla perfezione un personaggio tanto sgradevole quanto affascinante, tanto spietato quanto clamorosamente 'naif'' e beota, ben spalleggiato da un cast di bravissimi comprimari (Jonah Hill e Matthew Mc Counaughey su tutti). Ci sono sprazzi di grande cinema e sequenze da antologia eppure, dobbiamo dirlo con franchezza, non ci riesce classificare The Wolf of Wall Street come un capolavoro assoluto. Tre ore di lunghezza sono troppe per un film che alla fine non riesce a 'disturbare' come vorrebbe e dovrebbe, proprio perchè l'eccessiva durata della pellicola finisce per assuefare lo spettatore a ciò che sta vedendo, facendogli quasi credere di essere finito dentro un videogioco impazzito dove però nessuno si fa male... forse è per questo che ai Golden Globes lo hanno inserito tra le 'commedie', in nome di uno humor nero assolutamente irresistibile ma, a nostro avviso, anche un po' ripetitivo e fine a se stesso…

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