lunedì 9 dicembre 2013

The station agent – Thomas McCarthy

una bellissima opera prima, tre sconosciuti diventano amici, ognuno ha i suoi problemi, ma non importa, si riesce a prendersi cura dell'altro.
Fin, Olivia e Joe sono davvero bravi ad avvicinarsi, allontanarsi, avvicinarsi, ognuno c'è quando serve e ognuno trova l'amico quando ne ha bisogno.
Fin esce da una condizione protetta, muore il suo vecchio amico e si trova nel mondo, un mondo marginale e piccolo, in una casa lasciatagli in eredità dall'amico; una situazione simile per certi versi a quella di Chance (Peter Sellers), ma Fin (un bravissimo Peter Dinklage) è più fortunato, è più giovane e capisce di più.
Thomas McCarthy fa pochi film, e davvero buoni, questo (e non solo) cercatelo - Ismaele






The Station Agent è come uno scatolo in cui tirate tre dadi ed ottenete sempre un sei per ognuno di loro, sempre il massimo. Quei tre dadi sono i tre protagonisti. Non ha importanza come siano fatte le facce dello scatolo, quei dadi si scontreranno e s’incontreranno l’uno con l’altro creando un’armonia perfetta pur rimanendo dei semplicissimi dadi, oggetti senza una grande importanza, di nessuna particolare bellezza, ed è questo che sono i tre personaggi Finn, Olivia e Joe…

Sono due le intelligenti e "scandalose" idee alla base di Station Agent: la prima è quella di regalare un ruolo da protagonista ad un uomo affetto da nanismo: un nano, per usare un termine oggi non politicamente corretto. La seconda è quella di essere un film dove - perlomeno in apparenza - non accade assolutamente nulla, dove la quotidianità, nei suoi elementi più essenziali e persino banali, è alla base dell'intero racconto e dove proprio grazie a questo il racconto si fa profondo e coinvolgente…

…Dal forte contenuto emotivo e la capacità di colpire lo spettatore con le cose più semplici, la sceneggiatura di McCarthy trova il suo punto di forza nel trio di veri amici (Peter Dinklage - Bobby Cannavale - Patricia Clarkson) più awesome della storia del cinema (interpretati egregiamente, come solo i grandi attori sanno fare).

It's really funny how people see me and treat me, since I'm really just a simple, boring person. So says Finbar McBride, the hero of "The Station Agent." Nothing in life interests him more than trains. Model trains, real trains, books about trains. He likes trains. Finbar is a dwarf, and nothing about him interests other people more than his height. It's as if he's always walking in as the next topic of conversation. His response is to live in solitude. This works splendidly as a defense mechanism, but leaves him deeply lonely, not that he'd ever admit it…
…"The Station Agent" makes it clear that too many people make it all the way to adulthood without manners enough to look at a little person without making a comment. It isn't necessarily a rude comment -- it's that any comment at all is rude. In a way, the whole movie builds up to a scene in a bar. A scene that makes it clear why Finbar does not enjoy going to bars. The bar contains a fair number of people so witless and cruel that they must point and laugh, as if Finbar has somehow chosen his height in order to invite their moronic behavior. Finally he climbs up on a table and shouts, "Here I am! Take a look!" And that is the moment you realize there is no good reason why Peter Dinklage could not play Braveheart.

Descubriendo la Amistad logra esa accesibilidad por su falta de pretensiones, nunca busca que nos compadezcamos de Olivia y su manera de vida tan autodestructiva, ni que apoyemos a Fin cuando se da cuenta que saliendo de su ostra también puede cazar un tren de carga. Es cierto, en su opera prima Thomas McCarthy se vale de escenas con diálogos que a la larga no nos dicen mucho, viñetas poco ortodoxas y personajes en pleno aburrimiento, pero lejos de ser un defecto, esto se puede justificar tomando en cuenta que lo único que desea es mostrar el desencanto de sus personajes. ¿Se le puede reprochar esto?...

…Une œuvre généreuse, où les différences s'estompent face au vécu de chacun.
da qui

2 commenti:

  1. Felice che ti sia piaciuto così tanto!
    Grazie per la citazione.

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  2. e per completezza adesso guardo "Win win" :)
    visto che è per colpa tua che l'ho guardato, la citazione è solo 'noblesse oblige'

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