sabato 21 settembre 2013

The Broken Circle Breakdown - Felix Van Groeningen

grande cinema, Felix Van Groeningen è davvero un grande regista, è giovane, i suoi film sono bellissimi, gran belle storie, grandi attori, film profondi, sa divertire, sa muoverti dentro le corde, mai noioso, insomma peggio per chi si perde questo piccolo grande film - Ismaele





Non c'è niente da fare, il Cinema migliore, oggi, in Europa, quello più originale, arriva da una paese fondamentalmente insulso come il Belgio. Questo è un melodramma di grande intensità, reso ancora più potente e implacabile da una colonna sonora incredibile, d'antiche ballate appalachiane, suonate e cantate direttamente dai due bravissimi protagonisti, che funzionano da stacco e contrappunto alla vita di Didier e Elise. Ne esce un film originalissimo, commovente ma mai pietistico o patetico, in cui il blues diventa ineluttabile come una bella canzone di Townes Van Zandt. Grandissima sorpresa. Premio del pubblico a Berlino 2013, con una standing ovation meritatissima.

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Il trailer presenta molto bene le atmosfere “vive” del film di Felix Van Groeningen, senza tuttavia rivelare nulla circa la trama. E se il regista ha così deciso che lo spettatore debba approcciarvisi, io non intendo ostacolarlo. Mi limiterò a riportare le intenzioni confessate dall’attore/scrittore belga, ovvero quelle di “raccontare la storia più triste che si possa raccontare”. E lo fa in maniera assolutamente realistica, ovvero senza melodrammi nè struggenti violini, bensì con un perfetto 50% di allegria irrefrenabile e con un country potentissimo. La vita – e qui cito invece le parole della bravissima Veerle Baetens, cantante e attrice che ha descritto similmente il suo personaggio – “è bianca e nera, non solo una delle due”. Vi sono tanti momenti belli quanti quelli tristi nella storia di tutti. E il cerchio rotto a cui il titolo si riferisce potrebbe essere proprio quello della vita: nascita, sviluppo, innamoramento, riproduzione, morte. Basta che solo una di queste fasi non vada per il verso giusto, e tutto si frantuma. Anche la narrazione, che sin dall'inizio alterna arbitrariamente senza uno schema rintracciabile, episodi precedenti e successivi al tragico evento incastonato al centro del film. Eppure sia il montaggio che la narrazione (quella cronologica) continueranno con maestria a proporci momenti di straordinaria meraviglia e gioia. Il tema che emerge con particolare vigore è il confronto tra scienza e religione, due modi di affrontare la vita che porterà i due protagonisti a non essere d’accordo neanche sul fatto di non essere d’accordo. E il finale è così grandiosamente, psicologicamente e moralmente contradditorio rispetto a tutto ciò che era stato costruito durante il film, che non si sarebbe potuto trovare niente di più “vero”. E ascolterete country a tutto volume per le settimane a seguire.
Fortunatamente, la colonna sonora è già reperibile su youtube. Mi sento di suggerirvi questa, forse la più ritmicamente variegata che riflette bene tutti i mood presenti nel film:http://www.youtube.com/watch?v=wTQi-xdD6CI.
Lottate per far uscire questo film nei cinema di tutto il mondo!

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le casting parfait, ainsi que l’énergie et la fougue que dégage ce métrage, suffisent pour nous faire oublier cette légère overdose musicale. D’une beauté vive, "Alabama Monroe" prend aux tripes, celui-ci évoquant des thèmes face auxquels il est difficile de rester insensible. Si la réflexion sur la religion et la foi est quelque peu maladroite, la manière dont est traité le déclin de ce couple face aux différentes péripéties finit par nous emporter. Les différentes phases qu’ils traversent, chacun survivant comme il le peut, sont montrées avec une incroyable justesse, sans aucun faux-semblant. Il serait donc bien dommage de ne pas se laisser embarquer par cette expérience en raison de quelques maladresses…

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.. Une ode à la vie, en quelque sorte. Pour autant, Félix Van Groeningen ne cherche jamais à édulcorer la réalité. La maladie de Maybelle est montrée de façon concrète (fatigue chronique, traitements à répétition, perte de cheveux…) ; l’impuissance de Didier et Elise, qui finit par mettre en danger leur couple, jamais passée sous silence. Souvent éprouvant, toujours émouvant, Alabama Monroe est de ces films qui continuent à vous habiter bien après les avoir découverts…

Parfait dans sa première partie, le film patine peut-être un peu pour trouver sa conclusion, mais l’ensemble reste parfaitement maîtrisé et la sincérité des acteurs est une réussite presque troublante. Alabama Monroe n’est pas un projet autobiographique pourtant, mais un récit de fonction extrêmement bien écrit. On ressort un peu soufflé après ce long-métrage intense, mais on ne regrette en aucun cas de l’avoir vu : à ne pas rater!
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