martedì 9 aprile 2013

Zhit (Living) – Vasili Sigarev


un film davvero eccezionale, mi tornano in mente le parole di Italo Calvino “L'inferno dei viventi non qualcosa che sarà; se ce n'e’ uno e’ quello che e’ già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni”, a Yekaterinburg.
le tre storie mischiano realtà e fantasia, realtà e sogno, è un film a tratti insostenibile, pochi film dell’orrore hanno questa potenza.
perfetta per il film la musica di Pavel Dodonov.
Vasili Sigarev è uno che ha talento, aspetto i prossimi film.
si soffre nel guardare questo film, ma è da non perdere, è grande cinema - Ismaele




…Sigarev utilizza il paradosso: intitolare un film così e poi raccontare di tutt’altro (di suicidi, di morti violente) abbandonando le geometrie e la pulizia ottica di Volchok in favore di un realismo che quasi diventa iper, fissato sul corpo degli attori, prodigo di soggettive e sballottamenti. Degli slanci estrosi (magari anche immotivati, ma amen) si perdono un po’ le tracce, il tono, come sottolineato volutamente sulla locandina, è cupo, scolorito, d’essenza funebre, e pur essendoci episodi che vanno per conto loro (la faccenda della bicicletta) la cupola mortuaria che sigilla il quartiere non permette voli pindarici.

In Living Sigarev non investe più sul singolo fotogramma, sull’abbellimento estetico, ma ricerca la via alternativa nella scrittura. Laddove le spiegazioni stanno a zero il giovane cineasta sguazza nella a-razionalità degli accadimenti, creando uno spartito ambiguo che non dissiperà mai, neanche alla fine, le nebbie del dubbio…


…An existential and deeply philosophical insight into the psychological damage and various manifestations death can have on the mind, Living is a mesmerising and unique perspective on the grieving process. A young couple takes a train journey to elope together, a young boy stares longingly out his bedroom window waiting for his farther to return and a middle-aged woman sits excited, ready for the arrival of her daughters who were recently sent into care.
However, whilst their paths never cross, the lives of these individuals are all connected by the harsh reality of mortality - with each experiencing the trauma of death, yet dealing with its haunting implications in remarkably differing ways. Sigarev focuses on mortality without any contrived sentimentality, instead illuminating the subject with brutal honesty. Stark, powerfully imagery aligns with a brooding score to present his washed-out portraits of these traumatised souls…

4 commenti:

  1. Come ho scritto da Eraserhead, "la sensazione di aver assistito a qualcosa di potente".
    Un'emozione intensa che capita sempre più di rado, la colonna sonora poi, è impressionante la sensazione che ti lascia dentro. Che dire di più, penso che siamo molto vicini ad un piccolo capolavoro. Al mio appello però manca ancora Volchov...

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  2. questo è superiore, ma anche Volchov merita.

    dopo Calvino mi viene in mente "Vite di scarto" di Zygmunt Bauman, sembrano le stesse persone, gli ultimi, gli inutili...

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  3. è cresciuto molto da quando l'ho visto, potrebbe nascerne un "caso" se qualche illustre critico avesse voglia di parlarne.

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  4. stai leggendo o vedendo molta fantascienza, vero?:)

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