domenica 13 gennaio 2013

Jeff, Who Lives at Home (A casa con Jeff) – fratelli Duplass

ne ho letto qui la prima volta, e mi ha incuriosito subito.
non sarà un capolavoro, non sarà perfetto, ma è un film che stupisce, con tanti piccoli colpi di scena, a tratti surreale e paradossale, bravissimi gli attori.
cercatelo, vi piacerà - Ismaele




…Jeff, Who Lives at Home vanta la presenza di un attore principale fantastico per ruoli del genere e il suo Jeff all'inseguimento di un Kevin che gli lasci un segno, viene perfetto alla sua stazza, il grande Jason Segel. Questo personaggio puro di cuore sfrutta una serie di eventi che casualmente gli capitano davanti per poter ottenere una risposta, capire il suo scopo nella vita. Rispondendo al telefono sente chiedere di un certo Kevin e poi una serie di eventi apparentemente casuali lo porterà verso il suo destino. Sono molto bravi i due registi a tenere alto l'interesse dello spettatore dandoci un triplice racconto, narrando la vita in ufficio della madre di Jeff (interpretata da una sempre giovane Susan Sarandon) e quella del fratello in crisi matrimoniale (Ed Helms). Inoltre ci sono quelle zoomate improvvise a inquadrare dettagli significativi, awesome! Vitale, sketch spassosi lasciano spazio a situazioni drammatiche con prontezza, riprendendo quel seriocomedy già vissuto con Cyrus, e tutto sempre con la parola avventura in appendice. Dura poco e si guarda con piacere, cosa state aspettando?

Jeff, Who Lives At Home revolves around a day in the life of Jeff (Jason Segel), a thirty-year old trapped in slacker aimlessness; Pat (Ed Helms), his brother, trapped in a failing marriage; and Sharon (Susan Sarandon), their mother, trapped in a dead-end job. This would all seem to lend itself to indie stasis - and for the first five minutes or so, it feels like this is where the film is heading - but Jay and Mark Duplass quickly inject a propulsive energy, fragile and kinetic as a paper-plane, that translates stasis into momentum, or at least discovers a different kind of stasis in momentum, as the characters find themselves moving from being unable to move to being unable to stop moving. Not only does this prevent the narrative lingering on any character or scene for long enough to become ponderous or self-absorbed, but it transforms momentum itself into a kind of epiphany that finally expands into an ecumenical, radical vision of family-as-process, as something that is never by definition complete…

2 commenti:

  1. ehi, grazie della citazione!!!
    e sono contento che ti sia piaciuto. :)

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  2. capita scoprire cose nuove, il minimo è citare la fonte:)

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