martedì 1 gennaio 2013

film (non al cinema) del 2012 - Europa (1)

in realtà non è una classifica, ma solo una lista di film che ho visto nell'anno e mi sono piaciuti da molto in su - Ismaele


Sweet Movie - Dusan Makavejev

Un film strano, di quella specie estrema e geniale, alla Pasolini Jacopetti e Ferreri, per dirne tre. Problemi con la censura, naturalmente, due storie parallele critiche verso il capitalismo e il comunismo, da scontentare molti, per molte cose.
Impressionante il filmato dell’eccidio di Katyn, in un film del 1974, bellissima la musica diManos Hadjidakis, con testi adattati in italiano da Pier Paolo Pasolini e Dacia Maraini, colpisce la polena con l’immagine di Marx, insomma un film tutto da vedere, un capolavoro per la sua unicità

The Memory of a Killer (De Zaak Alzheimer) - Erik Van Looy
ne avevo letto qui, mi sembrava un bel film, poi l'ho visto ed è bellissimo.
ambientato ad Anversa, la cui stazione è anche qui.
c'è un killer che si chiama Angelo Ledda (figlio di emigrati sardi, penso io), un barone belga molto delinquente (brutta gente, i baroni del Belgio, anche quel delinquente dell'eternit era un barone belga), un poliziotto che crede ad Angelo, una sceneggiatura che è un meccanismo perfetto, attori bravissimi, un regista che sa il fatto suo, una storia che ti prende e non ti lascia più.
insomma, un film imperdibile 

Je vais bien, ne t'en fais pas - Philippe Lioret
Philippe Lioret tre anni prima di “Welcome”, musiche di Piovani, la straordinaria Mélanie Laurent, tre anni prima di interpretare Shoshanna in”Inglourious basterds”, ma bravi tutti, il padre molto, una sceneggiatura ricca (tratta da un romanzo tradotto anche in italiano), un film che non si scorda facilmente.
Insomma, un gioiellino, da non perdere 

Rundskop - Michael R. Roskam
ne avevo letto qui la prima volta, e, visto che il cinema del Belgio spesso mi sorprende favorevolmente, l’ho visto ed è proprio un gran film.
Jacky ha un corpo di gigante malato e un carattere da ragazzino, e ti scopri a "fare il tifo" per lui.
e poi Matthias Schoenaerts, il protagonista Jacky, assomiglia a Ryan Gosling, e la scena dell’ascensore potrebbero scambiarsela.
e se dopo questo film mangerai meno carne starai solo meglio:)
da non perdere, non te lo dimentichi facilmente 

Ladoni (La palma della mano) - Artour Aristakisyan
un film (e un regista) difficilmente incasellabili, difficile anche raccontare un film così, il mondo viene visto e raccontato con altri occhi, con un'altra sensibilità, con un'altra epica.
se posso fare un paragone, per quello che vale, mi ricorda Lisandro Alonso.
di certo un film unico, da vedere senz'altro 

Au hazard Balthazar – Robert Bresson
Un film nel quale pensiamo di guardare Balthazar, ma credo sia lui a guardarci ( meno male per noi che non può parlare).
Qui non è la natura matrigna di Leopardi ma la cattiveria umana a segnare la vita e qualcuno, ho letto da qualche parte, associa il cavallo di Bela Tarr all'asino di Bresson come simboli universali della condizione umana. (qui)
Marie mi sembra di (ri) conoscerla, breve ricerca e trovo che è Odetta in “Teorema” di Pasolini.
Alla fine del film mi ritorna im mente una poesia bellissima di Francis Jammes, intitolata
 “Preghiera per andare in Paradiso con gli asini”:

Quando dovrò venire a voi, mio Dio, fate che sia un giorno in cui la campagna in festa sarà piena di polvere.
Desidero, come feci quaggiù, scegliere un sentiero per andare, come a me piacerà, in Paradiso, dove ci sono le stelle in pieno giorno.
Prenderò il mio bastone e sulla grande strada andrò e dirò agli asini, miei amici: -Io sono Francis Jammes e vado in Paradiso, perché non c’è l’inferno nel paese del buon Dio.
Dirò loro: Venite, dolci amici del cielo blu, povere care bestie che, con brusco muovere d’orecchio, cacciate le vili mosche, le botte e le api.
Che io vi appaia in mezzo a queste bestie che amo tanto perché abbassano la testa dolcemente, e si fermano giungendo i loro piccoli piedi in modo cosi dolce e che ispira pietà.
Arriverò seguito dalle loro migliaia d’orecchie, seguito da quelli che portano al fianco delle ceste, da quelli che tirano carrozzoni di saltimbanchi o carri di latte e spolverini, da quelli che portano in groppa bidoni ammaccati, dalle asine piene come otri, dai passi rotti, da quelli a cui mettono piccoli pantaloni a causa delle piaghe blu e trasudanti che fanno le mosche ostinate che vi si ammassano intorno.
Mio Dio, fate ch’io venga a voi con questi asini.
Fate che in pace, degli angeli ci conducano verso ruscelli frondosi dove tremano ciliegie lisce come la pelle ridente delle ragazze, e fate che, chino su questo soggiorno d’anime, sulle vostre divine acque, io sia uguale agli asini che specchiano la loro umile e dolce povertà nella limpidezza dell’amore eterno.

Il film è un capolavoro, vi aspetta e non vi deluderà

Anything for Her (Pour elle) - Fred Cavayé
un gran bel film, un'opera prima che molti si sognano, non ti annoia neanche un attimo.
a parte il titolo italiano (che traduce il titolo francese in inglese, che fesseria), il film dà soddisfazione.
grandissimo, come suo solito, Vincent Lindon.
guardalo, non te ne penti 

Muerte de un ciclista (Gli egoisti) - Juan Antonio Bardem
un grande film girato in Spagna sotto il franchismo, con censure (anche in Italia) e galera. 
d'altronde adulterio, coscienza, proteste studentesche e libero arbitrio tutto in un film, più di cinquant'anni fa, era troppo.
bella storia, grandi attori e fotografia, premio a Cannes.
da non perdere 

Lásky jedné plavovlásky (Gli amori di una bionda) – Milos Forman
amori di giovani, in luoghi dove si amava la musica leggera italiana, Caterina Caselli e Rita Pavone fra le altre, in tempi non troppo lontani, ma che ora sembrano archeologia, divertente e amaro, un po' Olmi, mutatis mutandis, con la regia di Milos Forman, che ha fatto film che variano fra il bellissimo e il capolavoro.
un gran bel film 

Vinyan – Fabrice Du Welz
un viaggio senza pause, nel profondo della foresta, e non solo, senza sconti.
fa un film ogni quattro anni, Du Welz è un regista altro, puoi vedere tutto da fuori o provare ad entrare, e non è la stessa cosa.
provaci, è un'avventura diversa

Léon Morin, prêtre (Leon Morin prete - La carne e l'anima) - Jean-Pierre Melville
Barny, la protagonista femminile, è anche la protagonista, 50 anni dopo, di “Amour“, il film di Haneke che ha vinto a Cannes quest’anno; nel 1960 era Terese in “Kapò”, di Gillo Pontecorvo.
Leo Morin è JP Belmondo, sempre un po' sbruffone, per come può esserlo un prete .
il film merita, arricchito dalle loro due interpretazioni 

Pasazerka (La passeggera) - Andrzej Munk
un film non finito in vita da Andrzej Munk, composto in questa versione da amici del regista.
è sperimentale, in qualche modo, con immagini fisse e in movimento, e la voce fuori campo che racconta tutta la storia.
ed è un film unico, e inquietante, le autogiustificazioni si sbriciolano e resta la colpa.
era passato a Fuoriorario e si trova in rete.
da non perdere 

Lo sguardo di Ulisse - Theodoros Angelopoulos
premiato insieme ad “Underground” a Cannes, è un viaggio verso Sarajevo, risalendo un fiume, quasi come il fiume di "Cuore di tenebra" (e di "Apocalypse Now").
Gian Maria Volontè ha interpretato il direttore della Cineteca di Sarajevo, ma alla sua morte, durante la lavorazione del film, è stato sostituito da Erland Josephson.
È un film conosciuto molto meno di quanto meriti, è pieno di scene memorabili, insomma un capolavoro 

Un soir, un train (Una sera... un treno) - André Delvaux
un film ricco di simboli e di riferimenti, ci sono i fiamminghi e i valloni in conflitto, Yves Montand è un professore di linguistica che non comunica e non capisce, Anouk Aimée è una francofona in una terra ostile, e fin qui uno dice, niente di che, ma nella seconda parte Yves Montand ha un sogno/incubo che è eccezionale, da mille punti di vista.
e secondo me,  a Fabrice du Welz, prima di "Calvaire", questo film di André Delvaux ha detto qualcosa.
un film che merita, e molto


This Sporting Life (Io sono un campione) - Lindsay Anderson
tratto da un gran libro (qui ) il film è fatto di silenzi, rimpianti e rimorsi.
uno sguardo impietoso sul genere umano e un bianco e nero splendido.
chi vuole ridere non ci provi, gli altri non si dimenticheranno presto di Frank Machin

Vrijdag (Venerdì) - Hugo Claus
Hugo Claus è un grande scrittore (consiglio “Corrono voci”, pubblicato in italiano) e ha fatto anche il regista di cinema.
la storia è tratta da una sua opera e parla del ritorno a casa, dopo un paio d’anni di galera per una relazione sessuale con la figlia, di un uomo, che ritrova la moglie, che intanto ha fatto un bambino col migliore amico del marito.
tema difficilissimo e però trattato senza sensazionalismi.
la storia ha una struttura teatrale e merita molto, i dialoghi sono crudeli e sinceri 
PS1: il protagonista è Frank Aendenboom (che faceva Gianni, in “Gianni e il magico Alverman”)
PS2: come anche in un film di Carlos Reygadas (qui) Jacques Brel appare alla tv

La confessione (L'aveu) - Costantin Costa-Gavras
la biografia di Yves Montand (qui) lo rende l'attore ideale per questo film, che è un gran film (anno 1970).
doloroso e terribile, la fine delle illusioni (e della spinta propulsiva dell'URSS, come avrebbe detto anni dopo Enrico Berlinguer), Costa Gavras svela con le immagini quello che fino ad allora alcuni (pochi) scrivevano.
fra gli assistenti di Costa Gavras anche Chris Marker.
da non perdere 

The criminal (Giungla di cemento) – Joseph Losey
un film di un altro tempo, un bianco e nero perfetto, un carcere dove i prigionieri e le guardie se la giocano, una sceneggiatura credibile, attori davvero bravi.
come non vederlo?

Dead Man's Shoes (Cinque giorni di vendetta) - Shane Meadows
ne avevo letto la prima volta qui, poi il tempo passa, oggi l’ho visto.
e alla fine sei col fiatone, hai fatto un viaggio sulle montagne russe ed è stato bellissimo.
peccato per chi non lo  vede, non sa cosa si perde, è un film che resterà.
se dovessi usare un solo aggettivo direi: epico

Cirkus Columbia - Danis Tanovic
prima della guerra, come ci vuole poco a iniziare e finire è difficilissimo, se si riesce.
una storia piccola, ma densa di cose, sguardi, parole, attori bravi, e Miki Manojlovic fa sempre la sua grande prova. 
i cinque minuti finali sono impagabili, occorre guardarlo tutto per arrivarci, non sarà difficile 

Skupljaci perja (Ho incontrato anche zingari felici) - Aleksandar Petrovic
interpretato da Bekim Fehmiu, che un anno dopo sarà Ulisse nel bellissimo film per la tv, diretto dal grande Franco Rossi, e da Olivera Katarina, una bravissima cantante.
"Ho incontrato anche zingari felici" è un film estremo, per i nostri giorni, esagerato, e però ha un grande fascino, come hanno deciso a Cannes, dandogli il Premio speciale della giuria nel 1967.
un gran film, provare per credere 

Ko to tamo peva - Slobodan Sijan
un vecchio autobus e dei passeggeri, il giorno prima l'invasione tedesca.
il personaggi e le situazioni sono comiche, grottesche e tragiche insieme, e la musica è bellissima.
lo sceneggiatore è Dusan Kovacevic, che ha lavorato in "Underground" (nel film c'era un'idea,  non realizzata, poi ripresa nel film di Kusturica), e ha lavorato anche a questo film
non perdetelo, non ve ne pentirete, promesso 


Démanty noci (Diamanti nella notte) - Jan Nemec
un film d'altri tempi (è un complimento), storia di una fuga, della paura, della morte, di due ragazzi innocenti,  in un bianco e nero senza troppe parole che non si dimentica

L’Enclos (Otto ore al buio) - Armand Gatti
una storia che si svolge in un campo di concentramento, l'inizio è formidabile, sembra una miniera a cielo aperto vista da Sebastiao Salgado.
un film eccezionale, non urlato, succedono le cose più terribili, la regola è sempre "mors tua vita mea", una storia di tedeschi e kapò, e vittime sacrificali, che non dà tregua, crudele.
da non perdere

Destino cieco (Przypadek) - Krzysztof Kieslowski
Krzysztof Kieslowski è un maestro e qui si riesce a capire qualcosa del caso, che fa da protagonista in tutti i suoi film. 
il protagonista è Witek (il bravissimo Boguslaw Linda, che qui interpreta Stygma), che vive tre vite possibili, quasi un teorema sulle possibilità, forse non è perfetto, ma è grande cinema

2 commenti:

  1. Invece di questi altri ho visto solo "Cirkus Columbia". Bellissimo. La scena finale è davvero poetica.

    Incredibile la vicenda delle guerre jugoslave, praticamente sono lo stesso popolo per aspetto, lingua e un buon 80 % della cultura eppure le divisioni religiose e sociali hanno permesso questo scempio incredibile, negli anni 90', nel silenzio e nell'inoperosità dell'UE...

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  2. quest'anno ho letto gli articoli di Sofri da Sarajevo (http://stanlec.blogspot.it/2012/04/lo-specchio-di-sarajevo-adriano-sofri.html)
    è stata una storia terribile, quella jugoslava, e dobbiamo ricordarla per sempre

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