venerdì 20 gennaio 2012

Shame - Steve McQueen

premesso che non faccio paragoni con "Hunger" (che mi ha preso di più), "Shame" è un film che merita.
mostra la solitudine di un uomo allo stesso tempo prigioniero e alienato, figlio del nostro tempo, a suo modo un eroe dei nostri tempi, in cui tutto si compra e si consuma, non esiste più, e spaventa, l'idea di un rapporto che può durare, di un impegno.
è una caduta senza possibilità di salvezza.
è un film doloroso da vedere, in questo, come in "Hunger", è impossibile uscire dal cinema sorridendo, ma è necessario vederlo. - Ismaele


Possiamo già parlare di film “alla McQueen“, poiché il regista londinese (premiato con la Caméra d’Or al Festival di Cannes per “Hunger”) dimostra di voler perseguire uno stile preciso, inconfondibile, dando importanza al dialogo e arricchendo il tutto grazie alla  poderosa colonna sonora di Harry Escott , punto forte della pellicola, insieme alla fotografia. Dagli esasperati primi piani dei protagonisti alla ripresa con la videocamera in movimento del protagonista impegnato in una seduta notturna di jogging, è un crescendo di intuizioni e virtuosismi stilistici di valore, realizzati senza remore, con coraggio (il nudo integrale di Fassbender  e della Mulligan farà discutere). La vera astuzia di McQuenn è però quella di proporci una storia, e dei personaggi, senza seguire un percorso preciso, non indirizzando il film in un sentiero ben delineato ma facendoci seguire le azioni di Fassbender e della Mulligancome se fossimo dei voyeur. L’esposizione, prolungata, delle nudità dei protagonisti appare come una precisa volontà del regista che ci invita a una riflessione continua su quelli che sono i comportamenti sociali non ritenuti adeguati. Quale è, in fondo, la vergogna? la ricerca continua del piacere sessuale per un annoiato manager trentenne o l’impietoso giudizio a cui le nostre azioni vengono continuamente sottoposte? Nella società degli eccessi McQueen ci propone lo straordinario resoconto di una dipendenza (non più grave di quella alcolica o tabagistica) con una leggerezza che lascia più di uno spunto di riflessione…

Il film non si sofferma ad indagare le ragioni intime e i rapporti interpersonali che intercorrono trai soggetti, ne mostra solo il lento disfacimento, l’inesorabile discesa verso un baratro che sembra apparentemente inevitabile. Come sempre più spesso accade, nel finale non ci è dato sapere quale sarà la sorte del nostro eroe. Dopo aver toccato il fondo e rischiato irreversibile, Brandon torna alla sua vita regolare e monotona, ma il suo sguardo è davvero cambiato? McQueen sceglie di lasciarci nel dubbio e per una storia che scende così a fondo nella perversione della psiche umana probabilmente dare un finale esplicativo sarebbe stato impossibile, o quantomeno riduttivo….
"Shame" è un film dalla potenza devastante, che esprime con spiazzante facilità e commovente bellezza le pulsioni di un uomo messo a nudo dalla sua dignità. Come ha sottolineato lo stesso regista, Brandon è imprigionato mentalmente, isolato da qualsiasi relazione/comportamento che possa discostare dal sesso, unica vera fonte di nutrimento per la sua anima. McQueen persevera costantemente dinanzi a nudi integrali, ai rapporti sessuali e alle svariate forme di depravazione che il personaggio commette senza mai scadere in un eccesso fine a se stesso. Sesso, prostituzione e masturbazione divengono così le principali nature di un bisogno umano ed esistenziale che si riflettono con lampante autenticità su un tessuto sociale immerso sempre più nell'amoralità e nell'impudicizia, dove il concetto di vergogna sembra assumere una connotazione indefinibile col passare del tempo, dove l'istinto animale/darwiniano sembra tornare prepotentemente a galla e i valori che si direbbero autentici non trovano respiro tra i fotogrammi della pellicola, come se fossero andati persi. Brandon che origlia mentre la sorella al telefono piange d'amore e urla "ti amo". Lui che si dispera con lo sguardo perso nel vuoto perché in fondo lo vorrebbe anche lui. Non c'è amore in "Shame", non c'è affezione. Gli avvenimenti si succedono reiteratamente, meccanicamente, come un automatismo (il risveglio, la segreteria telefonica, il bagno). Il corpo nudo non ha pudori di nessun tipo, proprio per questo viene ossessivamente inquadrato, quasi a voler constatare la mancanza di un valore umano che sappia compensare a tutto ciò.



2 commenti:

  1. Come hai commentato da me: un film politico e necessario. Sarà uno di quei lavori che ogni tanto dovrò rivedere.

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  2. e che il dio del cinema ci conservi Steve McQueen.
    molto cinema, dopo questo film, e anche altri, pochi, diventa prescindibile.

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