martedì 10 ottobre 2017

Tutti gli uomini del re - Steven Zaillian

alla regia Steven Zaillian, sceneggiatore e regista di un grande film (The night of) lungo, che chiamano serie.
Sean Penn calamita la macchina da presa, qui recita al suo meglio (o al suo peggio, secondo altri), si muove come un tarantolato, Jude Law recita (benissimo) quasi solo con la sua faccia, senza bisogno di troppo altro.
è la solita vecchia storia, un cittadino integerrimo viene cooptato da un gruppo che vuole usarlo, e poi, a suo modo, diventerà come gli altri.

malinconico e pessimista, un gran bel film, per me - Ismaele





Il film riesce a dividersi a metà rimanendo integro: grazie soprattutto ad uno Sean Penn istrionico, totalmente calato nella parte dell'uomo proveniente dal piccolo borgo, e ad un Jude Law che riesce molto bene a rendere la figura malinconica del cronista, col suo fare lento, la recitazione rilasciata, la sua aria da figlio di papà senza aspettative.
I due protagonisti si mescolano e si trovano, rendendo il film la giusta miscela di significato, immagine e dialogo.
Una regia quasi statica, in cui si predilige il primo piano per cogliere appieno la teatralità di Sean Penn e la freddezza di Jude Law, rende questo film forse un po' lento, per l'occhio abituato alle diecimila inquadrature per scena di questo "nuovo" cinema, che è orfano di racconti degni di essere narrati.
Ed il cast di primordine aiuta Steven Zaillian nella difficile impresa di raccontare una storia.
Una storia piena di significato, una storia che fa riflettere e che non ti abbandona appena i titoli di coda fanno accendere le luci in sala. Una storia capace di far ragionare. Una storia in cui i cattivi ed i buoni si confondono, dove la morale è inversamente proporzionale alla fama ed al potere che si possiede.
Questa di Zaillian è la storia del mondo, dove le sfere del potere riescono a corrompere ed a cavare fuori personalità a lungo sopite, a sedurre ed imbastardire, dove nessuno fa niente per niente, dove l'amore è merce di scambio e la morale è una parola priva di significato. Dove la vendetta riesce ad accecare e nessuno è troppo caro (in tutti i sensi) per essere usato per i propri scopi.
I movimenti di macchina non soffrono della fretta che sembra aver preso i moderni registi, è fatta di inquadrature che sembrano allungarsi nel tempo, per dare peso ad ogni parola, così da rendere anche le più piccole azioni importanti, da dare significato ad ogni particolare, a rendere tre croci baluardo che con il tempo arrugginisce. Ed ogni volto acquisisce una "pesantezza" scenica che da tempo sembrava perduta.
E' un cinema alla vecchia maniera, forse, ma un buon cinema.

Un bel filmone drammatico in stile "classico". Ci voleva. E' la storia vera di un politico che si batte come un leone per il riscatto della gente umile e per i figli di quel popolo da cui lui stesso proviene. Ma, una volta eletto Governatore, quest'uomo cede alle ossessioni del Potere e cade vittima di paranoie che lo porteranno a ricattare, minacciare e corrompere, in una parabola che si concluderà tragicamente. Un cast "stellare" (termine abusato ma questa volta adeguato) contribuisce alla riuscita del film.

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