martedì 19 settembre 2017

Il fattore umano - Otto Preminger

una spia inglese in Sudafrica si innamora di una donna che riesce a portare in Inghilterra per vivere con lui.
il punto è che per farla arrivare ha dovuto chiedere un favore, che poi va restituito, con interessi da usura.
e gli esseri umani sono solo pedine di giochi che non prevedono l'umanità, figuriamoci l'amore.
tratto da un romanzo del grande Graham Greene.
bravissimi attori, ritmi lenti (come quelli de La talpa), un film che merita, promesso - Ismaele





Tratto nel 1979 da Graham Greene, una di quelle spy stories assai british (e assai Greene) che mettono l’individuo al centro del plot, a costo di sacrificare qualche orpello del congegno narrativo, qualche esteriore colpaccio di scena. Amosfere plumbee, con quelle ombre che ben si addicevano a Otto Preminger, ebreo fuggito da una Mitteleuropa in preda al male, uno degli esiliati a Hollywood provenienti dal cinema (e dal mondo) dell’asse Vienna-Berlino. C’è una talpa nei servizi segreti britannici, passata dalla parte del nemico rosso, il comunismo di Mosca (siamo in piena guerra fredda). Ma è un tradimento avvenuto per riconoscenza nei confronti di un russo, non per avidità e nemmeno per solidarietà politico-ideologica. Come anche in John Le Carré, che di Greene è l’erede e il continuatore, i giochi di potere, le mosse e le contromosse sulla scacchiera sono dettate sempre da qualcosa di umano, troppo umano. Bellissimo titolo. Gran cast all’inglese, ovvio: Richard Attenborough, John Gielgud, Derek Jacobi. Attenzione, c’è anche Iman, bellissima.

C'è una talpa nel servizio segreto inglese. Deve essere identificata e, per non fare scattare uno scandalo, deve essere uccisa. Funzionario di medio livello, Morris Castle, ha avuto la "dabbenaggine" di aver sposato una donna di colore in Sudaflrica, dove era distaccato all'ambasciata. Per non separarsi da lei ottiene aiuto nell'espatrio della donna con un figlio da parte del KGB ed in cambio offre notizie segrete di modesto rilievo. Messosi in allarme a seguito della morte (poco chiara) di un giovane collega, richiede aiuto al KGB e fugge a Mosca. Quì scopre che il suo ruolo di talpa era in funzione di comprovare al servizio segreto inglese di avere una solida fonte d'informazioni nel Kremlino (in realtà un uomo del KGB che, rinviando le notizie apprese da Castle, si accredita come valido elemento e può agire facilmente come disinformatore). L'aiuto nella fuga ricevuto dal KGB serve solamente per far scoppiare uno scandalo e mettere l'intelligence service in difficoltà con gli americani. A fuga avvenuta Castle non serve più e quindi non riuscirà più a riveder moglie e ragazzo. E' una spy story, ma anche (e per me soprattutto) una storia di amore  intenso e struggente, sofferto e difficile. Tratto da un'opera di Graham Green (quì anche sceneggiatore), è l'ultimo lavoro di Otto Preminger, non molto riuscito in quanto appesantito sia dalla trama, sia dal ricorso eccessivo al flashback, con il risultato di rendere il film lento ed in alcuni momenti monotono. La recitazione di Nicol Williamson è convincente ed amara. Buona anche la prova di Richard Attenborough. Musiche apprezzabili.

Inizia così:

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