domenica 4 settembre 2016

Ligabue – Salvatore Nocita

quando la RAI faceva le serie tv, o miniserie tv, si chiamavano sceneggiati, e non c'era bisogno di nomi nuovi.
Ligabue è uno di questi, con uno straordinario Flavio Bucci, che interpretava Ligabue (e un bravissimo Alessandro Haber).
la sceneggiatura è di Cesare Zavattini, e chi l'ha visto allora ne ha un ricordo vivo.
l'ho rivisto questi giorni, e davvero è un gran film, con lo stile dei film di una volta - Ismaele

QUI il film completo, nel sito della RAI

(qui un bellissimo film polacco su un pittore come Ligabue, più o meno)




…Rimpatriato dalle autorità svizzere perché "indesiderabile", lo strambo Antonio Ligabue trova perplesse le autorità di Gualtieri che lo affidano al ricovero per vecchi. Ne evade subito per ripararsi nei dintorni svolgendo un qualunque lavoro, ma fallisce sia per gli impietosi scherzi dei compagni che per le sue stravaganze. Si isola in una capanna lungo il fiume Po, dove trascorre il tempo immerso nella natura.
Col passare degli anni la popolazione si abitua alla figura di Toni, considerato un misantropo e anche pazzoide, ma non pericoloso. Senza calcolo alcuno, Ligabue scopre la sua vocazione artistica dipingendo la natura sulle piante e sui muri. Il pittore Mazzacurati ne intuisce il naturale talento e gli dona gli strumenti per dipingere quadri che trovano acquirenti e permettono di allestire una mostra che lo consacra "artista". Dopo varie vicissitudini che lo portano ad essere ricoverato in manicomio, le commissioni e i conseguenti guadagni permettono a Toni di trasferirsi in un alberghetto e lo inducono persino a chiedere la mano di Cesarina, la figlia dell'albergatrice.
Ma in realtà Ligabue è rimasto un "diverso", e anche se i suoi quadri sono stati accettati dai colleghi pittori, dai collezionisti, dai mercanti e dai clienti, la sua incapacità di uniformarsi alle regole della società ne fa un disadattato. Antonio Ligabue muore con la sola amicizia del fedele Cachi e la commemorazione del sindaco non cancella il dramma di un uomo che è vissuto in solitudine tutta la vita…

Andò “in onda” su Rai 1 nel 1977, questo raro capolavoro televisivo. Me lo ricordo bene e come flashback mi tornano alla memoria le vicende narrate e la mia famiglia, come tante, davanti alla televisione. Undici anni sono pochi per comprendere a fondo questa biografia  corretta e realista ma certo resta ancora oggi memoria del disagio provato nell’osservare circostanze nuove e anomale. Una televisione audace, che sporadicamente produsse e propose opere di pari qualità, anche perché, solo qualche anno dopo cedette a una programmazione che, nella competizione con le televisioni private, scese di qualità.
“Ligabue” è diretto da Salvatore Nocita e il protagonista è interpretato da un indimenticabile Flavio Bucci; recitano altri bravi attori come Andréa Ferréol, Giuseppe Pambieri, Pamela Villoresi, Alessandro Haber e Renzo Palmer. La sceneggiatura è di Cesare Zavattini, che tanto fece per la cultura italiana, in particolare per innovare il cinema e renderlo strumento artistico e sociale, un mezzo d’integrazione culturale. Zavattini, instancabile autore del Neorealismo, incontrò Antonio Ligabue, scrisse un poemetto su di lui (Toni Ligabue - 1967) e con sensibilità approfondì la vicenda di quell'uomo sventurato. Con rigore, senza pietismi in tre puntate di un’ora ci fece conoscere uno dei maggiori pittori contemporanei italiani. Perché Antonio Ligabue non stava sui libri di storia dell’arte, non era andato a fare discorsi, né comizi: Ligabue era matto…




Ligabue, quello vero:



qualche quadro:

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