sabato 3 settembre 2016

L'effetto acquatico - Sólveig Anspach

è l'ultimo film di Sólveig Anspach, bisognerà recuperare i precedenti.
è un film d'amore, con due bravissimi protagonisti, lui, Samir, sembra un fratellino di John Turturro, imbranato quanto basta, uno che sa quello che vuole, lei, attrice di diversi film si Claire Denis, Agathe, sembra una indifesa, ma anche forte al momento giusto, che non sempre è quello giusto davvero.
è un film d'amore, ma non è noioso, né melenso, è abbastanza folle e divertente, anche.
merito di Samir e Agathe, Samir insegue Agathe, ma alla fine è Agathe che lo trova.
a momenti sembra una comica di quelle di Oggi le comiche, e non puoi trattenere le risate.
molti si trattengono, voi non fatelo, non fa bene alla salute.
buona visione - Ismaele




L’effetto acquatico è una commedia romantica basata sul detto e non detto, sul sentimento confessato e una bugia scoperta, sulla goffaggine di Samir e sulla diffidenza di Agathe, sulla rincorsa di un amore e un inevitabile lieto fine. Qualche situazione comica spazza il ritmo di un film molto lento, che ricorda le bracciate di un nuotatore stanco. Tutto ciò che viene fatto vedere è già visto e la delicata magia dell’acqua e della piscina, tanto amata dal regista, non riesce a materializzarsi in tutta la sua forza…

L'effetto acquatico del titolo è l'esito di un gesto energico. Una traversata che risale la grande vasca dei sentimenti a dispetto degli ostacoli prevedibili, la goffaggine di Samir e la diffidenza di Agathe, o inattesi, un tuffo imprevisto, una caffettiera aggressiva, un'amnesia bizzarra. Dalla piscina alla sorgente, la commedia di Sólveig Anspach è un acquario aperto su tutte le dimensioni dello spazio, del tempo, dello spirito, che pesca tutta la bellezza e l'asprezza delle relazioni umane, che inciampa sui dettagli e salta da una coincidenza all'altra senza perdere mai di vista la grazia dell'insieme. In un mondo ordinariamente cinico, L'effetto acquatico è un'ode al colpo di fulmine e alla perseveranza dei sentimenti. Tuffatevi.

 C’è un po’ di tutto ne L’effetto acquatico, dal romanticismo al doppio, dallo slapstick all’avventura on the road, dagli equivoci alla perdita di memoria, dal tepore intimo di una piscina agli spazi ampi della terra islandese. Questo procedere per accumulo però ben si accorda ai toni comici prescelti dalla Anspach che sono sempre all’insegna del non convenzionale, dell’irriverenza, dello scherzo talvolta anche crudele, ma senza mai perdere la tenerezza.
Con leggerezza nel tocco e spiccata sensibilità Sólveig Anspach innesta dunque il classico “boy meet girl” con una serie inesauribile di invenzioni, gioca con le ambientazioni, gli oggetti, gli abiti dei personaggi, li prende in giro senza mai farne delle macchiette, ricusa qualsiasi cliché. Tra ellissi e personaggi dati per scontati (in particolare quello di Didda Jónsdóttir, che tutti nella diegesi sembrano già conoscere), va detto che non tutto funziona alla perfezione ne L’effetto acquatico e la causa è da rintracciarsi probabilmente nella morte prematura della regista, ma in fondo importa davvero poco in questa fantasmagoria di situazioni e personaggi, che mette addosso una strana voglia di amare e nuotare, in maniera bizzarra, naturalmente.

Più interessante è invece cercare di approfondire i motivi di un'originalità che consente a "L'effet Aquatique" di distinguersi dall'anonimato; e per esempio soffermarsi sulla perfetta corrispondenza tra l'eccentricità fisiognomica e caratteriale dei personaggi - resi tali dalla scelta d'attori che alla pari dei loro alterego sono dotati di un carisma e di una bellezza fuori dai canoni eppure altamente seducente - e l'inusualità del paesaggio umano e geografico che li accoglie, dominato dall'understatement di figure a dir poco bislacche (si pensi alla filosofia di vita della coppia che ospita Agathe durante il suo soggiorno, improntata ad un'interscambiabilità di ruoli e mansioni normalmente impensabile dalle nostre parti) e caratterizzato da ambientazioni neutre anche quando il film, abbandonando la dimensione da camera derivata dal fatto di girare esclusivamente in interni si getta a capofitto nella natura lunare del territorio islandese. O ancora, rilevando il lavoro effettuato dalla Anspach sul corpo degli attori, utilizzato a secondo dei casi e come cartina di tornasole delle differenze caratteriale dei personaggi, e sul piano strettamente cinematografico, come fonte primaria di divertimento. Così lo scarto visivo tra la corporatura alta e slanciata di Samir e quella minuta e nervosa di Agathe diventano il segno di un inconciliabilità che la storia enfatizza attraverso situazioni a volte paradossali (come quella davvero esilarante in cui Samir per riconquistare una riluttante Agathe si finge esperto di geopolitica organizzando un panegirico sulla tolleranza tra i popoli che finisce per riscuotere il plauso degli udenti) a volte - approfittando della fisicità sghemba e un po' gommosa di Samir - surreali, con intermezzi come quelli che ci mostrano in successione ravvicinata i progressi natatori del falso apprendista in cui la tenzone sentimentale lascia spazio alla comicità slapstick del formidabile attore. Leggero, intelligente e multiforme lo spettacolo prodotto da "L'effett Aquatique" riesce a non perdere mai di vista il cuore tratteggiando con delicata fantasia la favola di un amore contemporaneo. Accolto con successo all'ultima Quinzane des Realisateurs e grazie al fiuto di Valerio De Paolis distribuito in Italia nel corso della prossima stagione, il film costituisce il testamento artistico della sua regista, scomparsa subito dopo la fine delle riprese; "L'effet Aquatique" rende merito al suo talento come meglio non si potrebbe.

L’effet aquatique è un gioiello, una commedia romantica venata di fiaba, dalla sceneggiatura brillante (“che mi lasciava finestre aperte sul reale e l’improvvisazione”, afferma Anspach) e dalla regia morbida, intrisa di tenerezza, del piacere di raccontare personaggi principali e secondari con la stessa intensità e sobrietà. Ne L’effet aquatique non c’è un istante di troppo, ci sono ellissi che escludono quel che non è essenziale alla messa in scena di una storia d’amore che, in suo nome, rende credibile qualsiasi eccesso. Samir (Samir Guesmi) vede una sera Agathe (Florence Loiret Caille) in un bar e se ne innamora. Si iscrive a un corso di nuoto nella piscina pubblica dove lei è istruttrice, mentendo, dicendo di non saper nuotare, e fa in modo che sia Agathe a insegnargli a stare a galla. Accanto, due figure di puro effetto comico, che lavorano nella piscina. L’acqua invita alla vicinanza di corpi che si sfiorano e toccano, è essa stessa un personaggio, se non la protagonista (come anche il titolo suggerisce)…


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