mercoledì 19 novembre 2014

Il sale della terra – Wim Wenders, Juliano Ribeiro Salgado

un film di tono agiografico, e in forma schematica.
sono molto fastidiose, o anche peggio, la preparazione delle foto, e le foto, con le tribù a rischio estinzione, quelle persone sono come degli oggetti in quelle foto artistiche.
detto questo, vedere alcune foto (dentro c'è un pezzo della storia del mondo) nello schermo del cinema, e non a casa, su una rivista, vale il prezzo del biglietto -Ismaele




Magnificamente ispirato dalla potenza lirica della fotografia di Sebastião Salgado, Il sale della terra è un documentario monumentale, che traccia l'itinerario artistico e umano del fotografo brasiliano. Co-diretto da Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado, figlio dell'artista, Il sale della terra è un'esperienza estetica esemplare e potente, un'opera sullo splendore del mondo e sull'irragionevolezza umana che rischia di spegnerlo. Alternando la storia personale di Salgado con le riflessioni sul suo mestiere di fotografo, il documentario ha un respiro malickiano, intimo e cosmico insieme, è un oggetto fuori formato, una preghiera che dialoga con la carne, la natura e Dio

Mi hanno alquanto disturbato anche le visite di Salgado in nicchie etniche e tribali remote, incapsulate, senza contatti o quasi con il mondo esterno. La prima – in apertura di film – in una tribù di Papua Nuova Guinea insieme con lo stesso Wenders, la seconda in una comunità amazzonica rimasta sconosciuta fino agli anni Ottanta. Scusate, non è venuto a nessuno il dubbio che si potesse trattare di intrusioni indebite e a rischio (per le comunità visitate, ovvio)? Ma era il caso? Questa attenzione ai popoli più periferici non rischia di somigliare un po’ troppo alla voluttuosa curiosità (al voyeurismo?) del nostro Ottocento per tutto ciò che era considerata primitivo e selvaggio? Insomma, non è che si ripiomba nel solito vecchio, e per niente caro, esotismo? Scusate, ma io non ce l’ho proprio fatta a voler bene a questo film, faticando parecchio a starmene in sala fino alla fine. Fatico pure a capire che se ne parli in toni estatici come di un capolavoro assoluto. Non lo è. (Ecco, di Salgado trovo davvero meravigliose e davvero grandi, oltre che accettabili, le grandi immagini riprese da lontano, quelle panoramiche brulicanti di centinaia e centinaia di umani come in un Brueghel disperato, dico le immagini degli uomini nudi nel fango delle cave d’oro del Perù o quelle delle migliaia di uomini donne bambini nei campi di raccolta dopo la fuga dalla carestia.)

Il sale della terra è un film di grande bellezza ma complessa. Non permette allo spettatore di avere le classiche reazioni, il pianto, il sorriso, la riflessione. Lascia interdetti perché semplicemente quello che descrivono Salgado con suo figlio e Wenders alla regia, supera il campo della parola, della spiegazione. Perché parola e immagini non sono linguaggi sovrapponibili o completamente traducibili. Ognuno ha dei confini diversi dall'altro e ognuno serve all'altro.  E se il cinema mostra il non detto allora è Arte.
Mentre Salgado spiega una brillante analogia tra un rettile che ha fotografato ed un guerriero medievale, si rimane incastrati in questo flusso di immagini e rapiti da ragionamenti di chi il mondo lo ha visto e vissuto con sensibilità elevatissima. Il sale della terra è l'uomo mentre distrugge se stesso, i suoi simili e ciò che lo circonda. Ma c'è una speranza se sappiamo che da un piccolo seme nasceranno alberi oltre i secoli. Il sale della terra è un film che ti schiaffeggia di meraviglia e terrore. Gli occhi non sanno cosa fare più. Visione consigliatissima.
da qui

2 commenti:

  1. Visto ma non l'ho potuto recensire per buffi motivi :)

    Magnifico da un punto di vista, terribile da altri.
    Sono comunque contento di averlo visto, sia per scoprire Salgado che per conoscere meglio delle vicende umane davvero impressionanti.
    Impossibile dare un voto o un giudizio, questo non è cinema e forse neanche un documentario.
    Ma è lo sbattere in faccia il lavoro di un uomo e la disperazione di tanti uomini.
    E fa male

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    1. "questo non è cinema e forse neanche un documentario", dici.

      forse questa è una chiave per avvicinarsi al film.

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